Troublers 07
Realists of a larger reality
Bentornat* su "Troublers"!
Troublers è la newsletter di Krisis Publishing sulle politiche della rappresentazione, un miscuglio di teoria, fiction, AI e internet culture che vi invita a vedere il mondo come realmente non è.Con una cadenza che sfida ogni logica, riesumiamo link sepolti nell'oblio e novità che già popolano i nostri sogni più turbolenti. Perché la realtà è un concetto troppo stretto per contenere tutto il nostro caos.
Siamo tornati. Negli scorsi mesi abbiamo lavorato - troppo - per preparare alcuni progetti che usciranno nei prossimi mesi e ci siamo presi una pausa. Questo dunque è un numero speciale. Oltre ai soliti link, vi raccontiamo un po’ delle cose in cantiere: qualche anticipazione speciale, qualche connessione nascosta, tutto ancora in movimento ma già abbastanza vivo da mostrarsi.
True Fiction
T07, visti i tempi, sarà probabilmente rivolto più alle allucinazioni del reale che alla lucidità dell’immaginazione. Apriamo però con un film italiano del 2015, disponibile in streaming su RaiPlay, “I racconti dell’orso”. Diretto da Olmo Amato e Samuele Sestieri, il film è un racconto onirico bellissimo e puro, che vede protagonista una bambina alla disperata ricerca del suo orsacchiotto di peluche, tra boschi, laghi, personaggi bizzarri e città abbandonate.
Il passo, tra poesia e brutalità, è breve. Ecco allora “The Midnight Parasite” (1972), di Yoji Kuri . Il regista e disegnatore, figura chiave dell’animazione sperimentale giapponese, ci regala un cortometraggio allucinato di un mondo popolato da mostruose creature affamate di sangue. Vi ricorda qualcosa?
Scarafaggi, complotti, genocidi, detective.
Rimaniamo in tema mostri. Mentre scriviamo, siamo all’indomani dell’operazione con cui l’IDF ha assaltato e fermato 21 delle barche della Flotilla in viaggio verso Gaza. Al momento sono poche le barche ancora in viaggio. Forse avrete già notato che Forensic Architecture ha messo a disposizione del movimento un sistema avanzato di tracking, per monitorare ed esporre la situazione. Che, come vedete, è drammatica.
La prossima settimana, uscirà su Krisis Publishing il preorder dell’ultimo libro di Eyal Weizman (fondatore appunto di Forensic Architecture) e Matthew Fuller. “Estetiche Investigative” mette a fuoco proprio l’importanza delle contro-investigazioni, come strumento di difesa delle collettività dalla violenza e dalla opacità del potere.
La contro-indagine, come pratica estetica e politica, ci spinge a guardare con strumenti laterali, a incrociare fonti, leggere le tracce, collegare dettagli, in una costellazione ecologica che cambia a seconda di chi osserva. L’estetica dell’investigazione è allora il tentativo di dare una voce a persone, ma anche a sostanze, piante, superfici, tecnologie, strutture di potere, architetture. Per fare emergere ciò che di solito viene occultato: omissioni, fratture, incoerenze, vuoti e bugie.
A proposito di linee e punti, di network e di potere, qui un tool che ricostruisce l’intricata rete che unisce i board delle maggiori corporation mondiali.
- They rule, screenshot del sito
Tra unire i punti e perdersi nelle mappe, a volte il passo è breve. In questo vecchio video, Philip K. Dick espone quella che probabilmente è la madre di tutte le teorie del complotto. Durante una conferenza, lo scrittore di Sci-fi spiega come molti dei suoi romanzi non siano frutto di immaginazione, ma derivino da frammenti di ricordi di un presente diverso. “We are living in a computer programmed reality”, la teoria del deja-vu come glitch in the matrix, anni prima di Matrix.
- https://knowyourmeme.com/memes/notices-bulge-owo-whats-this
Parlando di teorie del complotto, memetica, game culture, non possiamo esimerci dal nostro personale necrologio per Charlie Kirk. Lo sapevate che i messaggi incisi sulle pallottole indirizzate al buon vecchio Charlie, ben lontani dall’estrema sinistra, sembrano provenire dalla subcultura dei meme black-pilled e del gaming? E perché Tyler Robinson in una foto postata sui social, posava mimando la rana dei Groyper? Cerchiamo di unire i puntini leggendo questo articolo di Garbage Day sull’assassino di Charlie Kirk, il cui titolo è emblematico: “Charlie Kirk was killed by a meme”
Insomma, ormai sapete della nostra passione per i conspiracy wall o crazy wall, manifestazione grafica della massima aspirazione del complottista: mettere ordine al chaos, portando così a galla Verità assolute e assolutamente nascoste. Qui un interessante articolo su come i crazy wall siano diventati un punto fermo dell’immaginario contemporaneo, e su come la black box (un’altra immagine-metafora a noi cara) possa spiegare meglio il funzionamento delle cospirazioni complottiste.
- Carlo Bramanti, Conspiratorial Design
Chiudiamo questa sezione segnalandovi un nuovo interessantissimo libro scritto da Carlo Bramanti e appena pubblicato da Set Margins, a cura di Silvio Lorusso: Conspiratorial Design. Information design for the bigger picture. Qui Bramanti cerca di unire i puntini per collegare due campi che tendiamo a pensare come lontani: il design e le teorie del complotto.
Ciò che il Design non può fare.
- Silvio Lorusso, Il designer senza qualità (KP)
A proposito di Silvio Lorusso, finalmente sta per uscire la traduzione del suo “What design can’t do”, un libro importante che ci restituisce il ritratto di una disciplina debole, a volte inerme di fronte al potere e ai suoi meccanismi, ma pur sempre viva.
Ma siamo sicuri che questa disillusione non sia uno strumento per immaginare qualcosa di nuovo? Può, ad esempio, tradursi in un metodo emotivo per portare alla luce disfunzioni e contraddizioni? Può insomma, per dirla alla Weizman “estetizzarci all’investigazione”? Ne Il designer senza qualità Lorusso segue le tracce passate e presenti della disillusione progettuale, nel tentativo di colmare il divario tra aspettative e realtà nella pratica quotidiana dei designer.
Trovare traiettorie del design disilluso in un libro di Flusser sulla fotografia? Ma certo. Qui il celebre e ormai classico Towards a Philosophy of Photography di Vilém Flusser, interpretato da Ian James. Nato come un audiolibro in tre cassette, il film ci racconta integralmente il libro, con sottofondo di pattern binaurali di onde cerebrali, fieldrecordings, unboxing di prodotti e altre simpatiche sorprese. Cuffie obbligatorie, come in piscina.
FIFA, gaming, derive, suoni dal Grande Swamp.
Forse vi sembrerà strano, ma anche questo vecchio articolo (2017) del buon Emanuele Atturo, per Ultimo Uomo, ci dice qualcosa del caso Kirk e dei diversi “regimi di Verità” di Weizman. Osserviamo l’entanglement tra realtà e rappresentazione attraverso un oggetto apparentemente frivolo: FIFA, ora FC, uno dei più popolari videogiochi della storia.
La simulazione non è più un semplice riflesso del calcio, ma influenza le aspettative e perfino i comportamenti dei giocatori reali. Un “circuito di retroazione” dove la copia inizia a orientare l’originale, creando una tensione continua tra ciò che vediamo sullo schermo e ciò che succede in campo. Ed eccone qui un piccolo esempio.
Giochi, giochi, giochi. Militsioner è un immersive sim kafkiano sviluppato da Tallboys: sei un cittadino qualsiasi, arrestato senza motivo e costretto a convivere sotto lo sguardo del Poliziotto Colossale, che osserva ogni tua mossa. L’unica via d’uscita è manipolare questa figura assurda — ingannandolo, blandendolo, deludendolo o perfino seducendolo — per provare a evadere da una città-prigione che sembra un incubo sovietico allucinato.
Dalla fuga letterale dalla prigione sorvegliata alle vie di fuga visionarie dei costruttori di Babele. Partorito dalla mente dell’antropologo Gabriele Mina, “Costruttori di Babele” è una mappatura fantasmagorica “sulle tracce di architetture fantastiche, universi irregolari e opere totali di misconosciuti artisti autodidatti, muratori dell’immaginario”. Aspettando il volume babelico, sul canale YouTube sono già disponibile alcune puntate dedicate a queste Babele nostrane. Qui, la storia del mappamondo più grande del mondo, di Orfeo Bartolucci.
Ma ora basta pensare. Prima di spegnere il computer, immergiamoci in Thunder di Takashi Ito. Qui, la luce esplode in lampi, scie, incisioni violente: un bombardamento psichedelico di stimoli che perfora il buio e trasforma lo spazio in campo energetico. La tecnica del frame-by-frame esaspera la percezione: ogni movimento è smembrato, ogni immagine è un colpo.
Dalle stanze rosse di Ito alle stanze rosse di Glass, terza release del mese di Krisis e progetto transmediale e collaborativo. Here?! è una graphic novel, un film AV e un album musicale che raccontano da prospettive diverse la deriva della protagonista, tra case che affondano, bazaar mediorientali, automobili sommerse nella neve e night club di periferia.
Il progetto del duo francese, co-diretto con Leonardo Distefano di Alibi, vede la partecipazione di Zoe Mac Pherson, Sébastien Forrester e Lorem.
https://www.krisispublishing.com/prodotto/here/
Rimaniamo nel grande Swamp, e raccontiamo con Andrea Tabacco, ricercatore proveniente dal futuro, la storia dei plastofagi, creature destinate a scalzare cani e gatti quali migliori amici dell’Homo Sapiens.
Sì, se ve lo state chiedendo, Andrea Tabacco, Troublers professionista, è anche l’autore della hit Tempesta Armonica (Tempeste Lunari), che vi riproponiamo qui.
E ORA, la dolce vendetta. “The Pie Girl: From Fantasy to Truth” racconta la storia di come è nato l’incredibile personaggio di The Pie Girl. La dinamica tradizionale della burla si rovescia in una performance di potere femminile. Le venticinque torte non sono più un espediente da cabaret, ma un bombardamento rituale, un gesto seriale che diventa installazione vivente. La contraddizione si fa dono: ciò che sembrava una condanna si rivela come accesso a uno spazio altro, intimo e sacro, in cui l’ossessione diventa linguaggio, e infine possibilità di grazia.
Ora, per finire, un monito di saggezza. Love.
FINE.
















